Definizione ed esempio di misura di Jensen |
Deus EX Mankind Divided Il racconto di Jensen
Sommario:
Che cos'è:
La misura di Jensen è una misurazione statistica della parte di rendimento di un titolo o portafoglio che non è spiegato dal mercato o dalla relazione della sicurezza con il mercato, ma piuttosto dalla capacità dell'investitore o del gestore del portafoglio. È anche chiamato alfa.
Come funziona (Esempio):
Matematicamente, la misura di Jensen (sviluppata nel 1968 da Michael Jensen) è il tasso di rendimento che supera quello che ci si aspettava o predetto da modelli come il modello di capital asset pricing (CAPM). Per capire come funziona, considera la formula CAPM:
r = R f + beta x (R m - R f ) + misura di Jensen (alfa)
dove:
r = ritorno della sicurezza o del portafoglio
R f = il tasso di rendimento privo di rischio
beta = la volatilità del prezzo del portafoglio o della sicurezza relativa al mercato generale
R m = il rendimento del mercato
La maggior parte della formula CAPM (tutto tranne il fattore alpha) calcola quale dovrebbe essere il tasso di rendimento su un determinato titolo o portafoglio condizioni di mercato. Quindi, se questa parte del modello prevede che il tuo portafoglio di 10 azioni dovrebbe restituire il 12%, ma in realtà restituisce il 15%, chiameremmo la differenza del 3% (il "eccesso di rendimento") alfa o la misura di Jensen.
Nota che due portafogli simili potrebbero portare la stessa quantità di rischio (cioè hanno la stessa beta) ma a causa delle differenze nella misura di Jensen, si potrebbero generare rendimenti più alti rispetto agli altri. Questo è un dilemma fondamentale per gli investitori, che vogliono sempre il massimo rendimento per la minima quantità di rischio accettabile.
Perché è importante:
La misura di Jensen è un modo misurabile per determinare se un manager ha aggiunto valore a un portafoglio, perché alfa è il rendimento attribuibile all'abilità del gestore di portafoglio piuttosto che alle condizioni generali del mercato.
L'esistenza stessa di alfa è controversa, tuttavia, perché coloro che credono nell'ipotesi del mercato efficiente (che dice, tra le altre cose, che è impossibile battere il mercato) credere che l'alfa sia attribuibile alla fortuna piuttosto che all'abilità; supportano questa idea con il fatto che molti gestori di portafoglio attivi non fanno molto di più per i loro clienti rispetto a quei manager che seguono semplicemente strategie di indicizzazione passive. Pertanto, gli investitori che ritengono che i gestori aggiungano valore di conseguenza si aspettano rendimenti superiori al mercato o superiori al benchmark, ovvero si aspettano alfa.